Oggi, viaggio di ritorno. L’occhio va decisamente meglio, il
dolore ha di nuovo lasciato posto al “fastidio” per cui si può senz’altro
partire. Siamo partiti abbastanza presto, al fine di evitare, una volta
arrivati nei pressi di Roma, le inevitabili lunghe cose del rientro al termine
del week-end del primo maggio. Il viaggio procede regolare, poco traffico,
arriveremo abbastanza presto. Mando un sms alla Padrona, chiedendoLe se
potevamo incontraci nel pomeriggio, dopo il mio arrivo, anche per pochi
minuti. Ci speravo, erano quasi due settimane che non La vedevo,
avevo bisogno di un “contratto fisico” con Lei, anche se breve.
La risposta mi arriva nel pomeriggio: Lei è da amici e
rientrerà solo dopo cena; nessun incontro.
Mi dispiace, è inutile negarlo, ma non ne faccio un dramma
questa volta. Ho imparato che si può chiedere e che la risposta può essere sia
“si” che “no”, come è giusto che sia. Inoltre la Padrona mi ha abituato a
sorprese improvvise per cui so che anche un “no” non è nulla di definitivo.
Anzi, spesso ho paura di essere io ad essere importuno: non è la prima volta
che, negli ultimi giorni, Le ho chiesto di incontrarLa e non vorrei che ciò
apparisse come una insistenza fuori luogo, come un tentativo di condizionare le
Sue decisioni. In tutta sincerità devo dire che non è così: se Le chiedo di
poterLa vedere è perché Le voglio far sapere che mi farebbe piacere vederLa.
Trovo giusto che Lei conosca i miei sentimenti, i miei desideri e le mia
aspirazioni, senza che ciò sia un condizionamento per le Sue decisioni; Lei
stessa, ordinandomi di scrivere ogni giorno le mie sensazioni su questo blog,
ha voluto che esprimessi sinceramente ciò che provavo.
La conclusione però non cambia: questo schiavo spera di
poterLa incontrare al più presto.
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